sabato 12 aprile 2008

Integrazione o omologazione?

"Sul Giornale di oggi è uscita una mia intervista all’intellettuale francese Alain Finkielkraut, in gran parte dedicata alla Cina e al Tibet, ma nel finale si parla di Islam e di integrazione. Finkielkraut ha ricordato la frase pronunciata recentemente dal premier turco Erdogan a Colonia, che ha suscitato enormi in Germania, ma che in Italia è passata quasi inosservata. Secondo Erdogan, leader del partito islamico Akp e considerato moderato da molti occidentali, “assimilare gli stranieri è un crimine contro l’umanità“.
Questa la risposta di Finkielkraut, che critica la tendenza a bollare come islamofobica qualunque critica un po’ energica al mondo musulmano: “Io dico che non si tratta di imporre i nostri costumi, ma di esigere il rispetto delle norme sancite dalle democrazie europee: parità tra uomo e donna, no alla sottomissione, no ai matrimoni forzati. Questi sono principi non negoziabili. Non è islamofobia “sottomettere” le popolazioni musulmane al rispetto dei diritti dell’uomo e far valere le regole della civiltà europea“. Ha ragione Finkielkraut, occorre obbligare gli islamici immigrati in Occidente? O bisogna rassegnarsi alle idee di Erdogan, che rivendica il diritto di vivere in un Paese senza adeguarsi alle sue regole civiche e dunque senza vera integrazione, come in fondo propone il comunitarismo?"

(dal Blog di Marcello Foa)

La risposta a questa domanda è molto complessa. Ciò ke sfugge a Finkielkraut è che quello a cui lui stesso si riferisce non è l'Islam, ma solamente le tradizioni più o meno tribali dei popoli che lo praticano e che troppo spesso si sostituiscono alle norme islamiche tout court.Per cui a nostro avviso non si può partire da questi fenomeni x impostare un discorso serio sull'integrazione islamica: mai l'islam ha ammesso quelle cose, che oltretutto appartengono alla sfera personale dell'individuo....che danno ne avrà mai lo Stato se i genitori scelgono un marito alla figlia? è qst un altro grande limite di molti politici o critici dell'Islam: non conoscono seriamente ciò di cui parlano, o meglio non conoscono il diritto islamico nè i testi e si fissano su aspetti marginali come il velo o i matrimoni combinati, strumentalizzandoli a dovere.

A nostro avviso, ciò che i politici dovrebbero esigere è SOLO il rispetto delle leggi dello stato ocidentale in cui il musulmano vive, non adducendo pretesti che fanno capire quanto più ke alla legalità mirino all'omologazione. Che in Italia il niqab sia bandito potrebbe essere comprensibile(benchè qst proibizione si basi su leggi che riguardano tutt'altre questioni e contingenze storiche) ma che la Santanchè sostenga di voler vietare il velo alle minorenni è una baggianata, un'intrusione bella e buona in usanze culturali altrui. Dal lato opposto, come ha sostenuto di recente Tariq Ramadan, i musulmani in Europa non dovrebbero fissarsi a ottenere cose di cui NON hanno bisogno: se ad esempio l'Islam sostiene a chiare lettere che è giusto che una donna mostri il viso, non si capisce xkè in UK molte ragazze si ostinino a portare la copertura integrale anche a costo d sfidare le istituzioni, come non si capisce perchè in Italia alcune associazioni islamiche propugnino la legalizzazione della poligamia o il ricongiungimento multifamiliare....se lui sa d non poter portare la moglie nel posto in cui vive, non ha senso sposarla ed anche l'Islam lo sconsiglia.

La risposta più ragionevole alla domanda suddetta pare quindi essere: è giusto che gli immigrati rispettino le leggi del paese che li ospita, ma queste non devono necessariamente intromettersi nella sua sfera privata. Se io musulmana non mi copro il viso ma solo i capelli, faccio sì che la mia religione nn intralci il mio lavoro e pago le tasse, ciò che faccio a casa mia nn deve interessare allo Stato: devo quindi poter digiunare, pregare 5 volte, trovare un marito a mia figlia(col suo consenso ovviamente), mandare aiuti ai civili palestinesi etc... . Nel momento in cui lo Stato inizia ad intromettersi in quello, vuole dire che più che INTEGRARMI(sono italiana, ma parlo in generale) sta cercando di OMOLOGARMI ed a quel punto è mio diritto se non mio dovere dissentire!

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